Skip to content

Parliamo di Ossessioni: come si manifestano?

Le informazioni contenute in questo articolo sono di natura scientifico-divulgativa e non si sostituiscono alla valutazione professionale che deve tenersi in un setting clinico adeguato.

Per ogni necessità mi può contattare a: info@dottoressadeambrosis.com

Tempo di lettura: 2 minuti

 

Disturbo Ossessivo Compulsivo

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), come suggeriscono le parole, è caratterizzato in primo luogo da ossessioni in risposta alle quali solitamente si attuano compulsioni, le quali hanno lo scopo di attenuare le sensazioni sgradevoli generate dalle ossessioni.

Si tratta di un disturbo diffuso e, fortunatamente, curabile se approcciato adeguatamente.

Proviamo ora a identificare alcuni elementi comuni che interessano il manifestarsi delle ossessioni, consapevoli che ogni persona porta con sé la propria storia e la propria unicità nel vivere il disturbo.

Prima di tutto: “I pensieri sono solo pensieri” (Castellani et Al., 2022, 17) e come tali vanno considerati.

Le ossessioni quindi sono pensieri o immagini o impulsi che improvvisamente fanno capolino nella mente con la tendenza a presentarsi ripetutamente facendo esperire alla persona una fastidiosa sensazione di non controllo su di esse. Le ossessioni si esprimono in modo eccessivo e intrusivo, generando nell’individuo disagio e intense nonché sgradevoli emozioni.

 

Quali sono le manifestazioni caratteristiche delle ossessioni?

  • dubbio: la dimensione del dubbio accompagna spesso le ossessioni portando con sé un correlato di preoccupazioni, responsabilità e inadeguatezza in merito a determinate azioni compiute.
    Ad esempio: Avrò chiuso la porta di casa?
  • impulso: partendo dal considerare un determinato comportamento come inadeguato o inopportuno o immorale, la persona può sperimentare in maniera intrusiva e indesiderata l’impulso, la spinta, l’istinto, l’impeto a mettere in atto proprio quel determinato comportamento.
    Ad esempio: Sono in un negozio e sento l’impulso di rubare qualche oggetto.
  • pensiero: la dimensione del pensiero assume connotazioni di preoccupazione costante ed eccessiva in relazione a scenari possibili e indesiderati.
    Ad esempio: Ho incrociato in bicicletta una persona che stava tossendo. E se mi fossi contagiato?
  • immagini: i pensieri prendono forma nella mente in maniera vivida e gli scenari che si creano diventano fonte di preoccupazione immaginando situazioni non desiderate.
    Ad esempio: Immagine non desiderata del proprio figlio malato in una camera d’ospedale.
  • ossessioni miste: in questo caso gli elementi che possono creare disagio e intense emozioni sgradevoli possono essere di diverso tipo ma sempre persistenti.
    Ad esempio: Ho letto il numero dispari sull’autoradio, causerà sventura.

 

Le caratteristiche principali che differenziano una comune preoccupazione che chiunque può aver sperimentato nel corso della vita e un pensiero ossessivo sono la frequenza con la quale esso compare e l’intollerabilità dello stesso da parte della persona.

 

Bibliografia:

Castellani I., Galleschi A., Lebruto A., Puccetti C. e Melli G. (2022) Quaderno di esercizi per vincere le ossessioni, Erickson, Trento.

Isabella Deambrosis

Psicologa Psicoterapeuta ed Esperta in Sessuologia Clinica

Il mio approccio alla sofferenza è fatto di parole prudenti e misurate che non arrechino turbamento inutile, parole rispettose della persona che di fronte a me sta condividendo, spesso con fatica, pagine della propria vita. Su questi valori si fonda la mia idea di relazione terapeutica.

Scrivo questo blog perché mi piace condividere informazioni che possano essere utili a chi sente di avere difficoltà e non sa come spiegarsele, vorrei aiutare le persone a trovare delle prime parole che possano delineare una cornice di riferimento a quello che provano e sarebbe bello che questo blog potesse rappresentare un approdo per tutti coloro che sono curiosi e amano avere nozioni sulla “psiche” e il suo funzionamento.

Le informazioni contenute nel blog sono di natura scientifico-divulgativa e non si sostituiscono alla valutazione professionale che deve tenersi in un setting clinico adeguato.