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Desiderio sessuale

Le informazioni contenute in questo articolo sono di natura scientifico-divulgativa e non si sostituiscono alla valutazione professionale che deve tenersi in un setting clinico adeguato.

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Tempo di lettura: 5 minuti

Da cosa è fatto?

Si può definire il desiderio come “una emozione che spinge ad agire verso un oggetto e/o una situazione, per soddisfare un bisogno e conseguirne piacere e gratificazione” (Boncinelli, Rossetto e Veglia, 2018, 68).

Declinato in ambito sessuale, il desiderio viene considerato la componente psicobiologica iniziale della risposta sessuale, il processo cioè che prende il via con il desiderio stesso a cui segue la ricerca dell’attività sessuale che si esprime fisiologicamente con l’eccitazione la quale trova il suo culmine nell’orgasmo e nella successiva risoluzione. Il ciclo della risposta sessuale è un processo complesso e non deve intendersi in maniere strettamente lineare, tuttavia per convenzione esplicativa esso viene suddiviso in grandi momenti chiamati fasi, le quali scandiscono il fluire di questa risposta. Il desiderio quindi non va considerato solo come la prima fase della suddetta risposta ma come una componente fondamentale che risulta in continua comunicazione con le altri fasi durante tutta l’attività sessuale, esso infatti influenza e sostiene l’eccitazione e l’orgasmo.

Si può dunque immaginare il desiderio come il terreno dove coltivare la sessualità.

 

Da cosa è fatto il desiderio sessuale?

  • la persona: il desiderio può essere rivolto prevalentemente a se stessi o all’altro
  • la meta: indica la direzione del desiderio cioè l’orientamento sessuale, la scelta sessuale
  • l’intensità: è data dalla stretta e sfumata interconnessione tra la componente neuroendocrina, pulsionale e la componente psicosociale, motivazionale

 

Da cosa è data l’intensità del desiderio?

  • componente neuroendocrina (pulsionale): essa è un’energia potenziale, ha a che fare con la componente genica di ogni individuo, è fluttuante ed è modulata da fattori ambientali esterni ed interni. La dopamina e gli androgeni sono i principali protagonisti pulsionali (Boncinelli, Rossetto e Veglia, 2018, 69).
  • componente psicosociale (motivazionale): essa è data da numerosi fattori tra loro interconnessi. Volendo schematizzarli possiamo rintracciare fattori cognitivi, fattori esperienziali, fattori emotivi e fattori relazionali.

Fattori cognitivi: riguardano la sfera soggettiva e culturale che porta alle individuali motivazioni che influenzano l’intensità del desiderio, come ad es. sentirsi amati, sentirsi vitali, sentirsi stimati.

Fattori esperienziali: riguardano il rapporto tra la storia esperienziale di ognuno, costruitasi nel corso della vita, e il vissuto emotivo legato ad essa. Il piacere diventa l’elemento cardine della risposta erotica e la congruenza tra ciò che viviamo e ciò che già abbiamo vissuto come piacevole è molto importante nel campo del desiderio.

Fattori emotivi: sono strettamente legati ai fattori esperienziali e riguardano la congruenza tra la percezione emotiva che abbiamo di noi e dell’altro e ciò che vorremmo fosse. Maggiore è la congruenza tra lo stato emozionale desiderato e quello che realmente si ha e maggiore sarà la facilitazione del desiderio. Entrano in gioco ad es. gli aspetti morali, gli aspetti socioculturali, le aspettative nei confronti del partner.

Fattori relazionali: riguardano la relazione tra desiderio e sistemi motivazionali interpersonali (SMI). Per sistemi motivazionali interpersonali intendiamo delle predisposizioni innate selezionate dall’evoluzione al fine di garantirci la sopravvivenza e orientarci nel nostro agire sociale. Essi sono l’accudimento, l’attaccamento, la cooperazione, la competizione e la sessualità. Ogni SMI porta con sé dei mandati, dei consigli evolutivi che si attivano se sollecitati da una determinata situazione ambientale o da un preciso stato interno dell’individuo. Quando si parla di SMI si sta parlando a tutti gli effetti di sfera relazionale. Notiamo dunque che il sistema motivazionale che più positivamente correla con quello sessuale è il cooperativo anche se troppa cooperazione, l’essere “troppo amici”, può frenare il desiderio.
La competizione all’interno della coppia, a sua volta, può essere positiva se entro certi limiti, infatti coppie troppo competitive tendono a mantenere livelli conflittuali costantemente alti, interferendo negativamente sul desiderio sessuale.
Infine il legame tra sessualità ed accudimento/attaccamento può diventare, se eccessivo, fonte di calo del desiderio. Se è vero che una sana componente di amorevole cura e affidamento all’altro e nei confronti dell’altro è un buon collante dell’amore è anche vero che sentirsi “figli” o “genitori” dei propri partner non aiuta la fiamma del desiderio.
Il complesso gioco di equilibrio tra i diversi sistemi motivazionali interpersonali è dunque uno degli elementi a favore del desiderio sessuale.

 

Il desiderio sessuale si esprime nel corpo ma prende forma nell’emozioni, nelle immagini, nelle fantasie, nel sogno dell’altro, nell’anticipare il piacere, nel ricordare i piaceri vissuti, nelle lontananze, nelle attese. Il desiderio è una dimensione appetitiva. Esso è anche una spinta biologica-ormonale legato alla riproduzione della specie ma è grazie alla qualità del piacere che la sessualità si trasforma in erotismo.

 

“Il desiderio, per sua natura, non può mai essere eccessivo in quanto la capacità di immaginare ciò che si vorrebbe e di procrastinare la soddisfazione non è mai eccessiva. È il bisogno, caratterizzato dall’impellenza e dalla ricerca della soddisfazione immediata e a qualunque costo che può essere eccessivo.” (Boncinelli, Rossetto e Veglia, 2018, 73).

 

Bibliografia:

Boncinelli V., Rossetto M. e Veglia F. (2018), Sessuologia clinica. Modelli di intervento, diagnosi e terapie integrate, Erickson, Trento.

Isabella Deambrosis

Psicologa Psicoterapeuta ed Esperta in Sessuologia Clinica

Il mio approccio alla sofferenza è fatto di parole prudenti e misurate che non arrechino turbamento inutile, parole rispettose della persona che di fronte a me sta condividendo, spesso con fatica, pagine della propria vita. Su questi valori si fonda la mia idea di relazione terapeutica.

Scrivo questo blog perché mi piace condividere informazioni che possano essere utili a chi sente di avere difficoltà e non sa come spiegarsele, vorrei aiutare le persone a trovare delle prime parole che possano delineare una cornice di riferimento a quello che provano e sarebbe bello che questo blog potesse rappresentare un approdo per tutti coloro che sono curiosi e amano avere nozioni sulla “psiche” e il suo funzionamento.

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