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Disturbo Post Traumatico da Stress

Le informazioni contenute in questo articolo sono di natura scientifico-divulgativa e non si sostituiscono alla valutazione professionale che deve tenersi in un setting clinico adeguato.

Per ogni necessità mi può contattare a: info@dottoressadeambrosis.com

Tempo di lettura: 3 minuti

 

Come si possono manifestare i sintomi da traumatizzazione

Quando si parla di trauma psichico (per maggiori info si veda l’articolo Trauma psichico) si possono trovare diverse definizioni volte a spiegare un’esperienza complessa caratterizzata da differenti espressioni di sofferenza e da una moltitudine di sintomi. Le ricerche in questo campo sono infatti costanti e in continuo aggiornamento. A tal proposito vi è una branca della psicologia dell’emergenza, chiamata psicotraumatologia, che si occupa dello studio delle esperienze traumatiche e di come queste influiscano sul vissuto della persona, con il fine di individuare modelli di trattamento mirati.

Secondo la psicotraumatologia il trauma psichico va inteso come conseguenza di un evento minaccioso per la vita dell’individuo al quale lo stesso non ha potuto né sottrarsi né difendersi divenendo dunque un’esperienza insostenibile e generando un vissuto di profonda impotenza.

 

Una categoria diagnostica che identifica una delle espressioni sintomatologiche del trauma è quella del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD). Per parlare di PTSD, i sintomi devono essere comparsi almeno 30 giorni dopo l’evento traumatico.

 

Per evento traumatico solitamente si intende:

  • morte o minaccia di morte
  • gravi lesioni
  • violenze sessuali o abusi
  • lutti
  • malattie
  • calamità naturali

 

L’evento traumatico può essere vissuto dall’individuo nei seguenti modi:

  • in forma diretta, quando cioè si vive in prima persona l’esperienza traumatizzante
  • in forma indiretta, quando si assiste a un evento traumatico accaduto ad altri. In questo caso si parla di trauma vicario
  • venire a conoscenza di un evento traumatico accaduto a un familiare o a una persona con cui si ha uno stretto legame
  • venire ripetutamente esposti a situazioni traumatiche come accade ad esempio agli operatori di primo soccorso
  • venire ripetutamente a conoscenza di informazioni dettagliate in merito ad eventi traumatici come accade ad esempio alle Forze dell’Ordine

 

In conseguenza a un evento traumatico l’individuo può sentirsi:

  • “bloccato” nel tempo del trauma
  • “costretto” a rivivere quelle sensazioni, emozioni e pensieri
  • “distaccato” dalla realtà presente

 

Gli elementi dunque che compromettono il senso di sicurezza della persona possono essere:

  • fratture e/o discontinuità nel funzionamento del Sé
  • impossibilità di avere un ricordo organizzato dell’evento
  • ricordi frammentati che riaffiorano improvvisamente
  • difficoltà nel gestire le emozioni
  • attivazione corporea di allarme come se l’evento minaccioso fosse ancora presente

 

I sintomi più frequenti del PTSD sono:

  • sintomi di evitamento, ovvero tutti i tentativi di evitare ciò che possa riportare all’evento traumatico
  • sintomi intrusivi, ovvero immagini, flashback, incubi, pensieri ricorrenti, pensieri intrusivi, reazioni fisiologiche intense riguardanti l’evento
  • sintomi di disregolazione dell’arousal (fisiologica attivazione del sistema nervoso autonomo), ovvero irritabilità, esplosioni di rabbia, comportamenti spericolati, comportamenti autodistruttivi, ipervigilanza, esagerate risposte di allarme, problemi di concentrazione, insonnia, decadimento apparente delle funzioni cognitive
  • alterazioni negative del pensiero e delle emozioni, ovvero impossibilità a ricordare parti importanti dell’evento, sentimenti di colpa e responsabilità per l’evento, riduzioni di interessi, sentimenti di distacco ed estraneità sociali, incapacità a provare emozioni positive

 

Come si legge nel libro di Francine Shapiro, ideatrice del metodo EMDR, considerato dalla comunità scientifica nazionale e internazionale un trattamento d’elezione nella cura del trauma, “il tempo non guarisce tutte le ferite” e “senza la capacità di rielaborare eventi dolorosi e traumatici non c’è salute mentale” (Shapiro, 2013).

 

E, come intitolava il suddetto libro, il successo maggiore del lavoro sul trauma riguarda la possibilità da parte dell’individuo di “lasciare il passato nel passato” e di vivere il presente senza il fantasma doloroso di quel che è stato.

 

Bibliografia:

AISTED Associazione Italiana per lo Studio del Trauma e della Dissociazione (2020) (a cura di), Affrontare il trauma psichico, Ebook realizzato da Raffaele Avico, AISTED ilfogliopsichiatrico.it

American Psychiatric Association. (2013), Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth edition, DSM-5, American Psychiatric Publishing, Arlington, VA [trad. it. Biondi M. (a cura di) Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DMS- 5, Raffaello Cortina Editore, Milano].

Shapiro F., (2013), Lasciare il passato nel passato. Tecniche di auto-aiuto nell’EMDR, Astrolabio Ubaldini Edizioni, Roma.

Isabella Deambrosis

Psicologa Psicoterapeuta ed Esperta in Sessuologia Clinica

Il mio approccio alla sofferenza è fatto di parole prudenti e misurate che non arrechino turbamento inutile, parole rispettose della persona che di fronte a me sta condividendo, spesso con fatica, pagine della propria vita. Su questi valori si fonda la mia idea di relazione terapeutica.

Scrivo questo blog perché mi piace condividere informazioni che possano essere utili a chi sente di avere difficoltà e non sa come spiegarsele, vorrei aiutare le persone a trovare delle prime parole che possano delineare una cornice di riferimento a quello che provano e sarebbe bello che questo blog potesse rappresentare un approdo per tutti coloro che sono curiosi e amano avere nozioni sulla “psiche” e il suo funzionamento.

Le informazioni contenute nel blog sono di natura scientifico-divulgativa e non si sostituiscono alla valutazione professionale che deve tenersi in un setting clinico adeguato.